Notai e consulenti del lavoro social, ma attenzione alla deontologia
A dispetto di un alto livello tecnico e degli interessi pubblicistici che tutelano, notai e consulenti del lavoro non disdegnano i social.
Anzi. Sulle più note piattaforme come Facebook, Twitter, LinkedIn e Instagram si articola una grossa fetta dell’attività istituzionale.
Ma non solo, perché sia gli uni che gli altri hanno colto le occasioni che i social offrono sul fronte della promozione degli studi, del rafforzamento della reputazione, dell’ampliamento dei contatti professionali. Insomma, in una sola parola, del business.
L’occhio però è puntato sulla deontologia. E sia che si promuova lo studio, sia che si coltivi una pagina personale, i notai restano sempre e a tutti gli effetti ufficiali pubblici. Vietato, quindi, abbandonarsi a comportamenti troppo disinvolti.
La Fondazione studi dei consulenti del lavoro e il Consiglio nazionale hanno messo nero su bianco alcune direttive indirizzate agli associati che utilizzano i social; un approfondimento, datato agosto 2019, ad uso dei consulenti del lavoro, sollecitati a prestare attenzione ad esternazioni o comportamenti lesivi della deontologia.
In definitiva la presenza sui social delle due categorie è ormai fuori discussione ma si rende necessario fare sempre attenzione alla deontologia.