OUR PEOPLE: CONOSCIAMO MEGLIO ROBERTA DI SPAZIO PAGHE

"...Quindi cerco di vedere con attenzione la persona che mi è di fronte, per capire qual è il suo talento e darle gli strumenti per esercitarlo: quello che farà le riuscirà meglio e sarà soddisfatta. Ho lavorato molto su me stessa in questi anni, perché ho dovuto studiare, imparare, a volte tornare pure sui miei passi."

 

La mia storia con lo Studio Pierluca inizia da molto lontano, precisamente il 10 luglio 1989.

Mia figlia aveva 10 mesi: la notte non dormiva e io ero disperata. Non c’era nulla da fare. Trovo lavoro e Maddalena si calma. La pediatra mi disse che la bambina percepiva la mia serenità ritrovata e così da allora ha cominciato a dormire di più.

In effetti, era così: a 18 anni ho avuto la mia prima esperienza lavorativa, che si conclude dopo circa 4 anni. Mentre cerco un nuovo lavoro, rimango incinta: metto da parte il mio lavoro e mi dedico a mia figlia, ma con uno stipendio solo non è stato facile.

Tutto cambia quando un ex collega mi informa che allo Studio Pierluca cercavano una persona che sapesse fare le paghe.

Avevo 23 anni. Da lì inizia il mio percorso. Per sempre.

Mi è stata data una grossa opportunità: poter costruire un futuro solido per me e per la mia famiglia.

E così è stato, ma se l’ho potuto fare è stato perché accanto a me ho avuto Massimo, mio marito, e insieme abbiamo cresciuto e amato i nostri figli Maddalena e Alessandro.

Oggi sono socia. In oltre 30 anni ci sono stati alti e bassi, come in qualsiasi rapporto di lavoro. Tanti periodi difficili, che però hanno avuto il pregio di unire me e Marco: eravamo giovani entrambi, abbiamo collaborato, ci siamo divisi i ruoli, senza invidia o voler primeggiare l’uno sull’altro.

E credo che ce la siamo cavata bene.

Negli ultimi 10 anni con Marco abbiamo cercato di improntare il lavoro sul rispetto delle singole differenze e necessità: siamo tutti esseri umani unici e straordinari.

Anni fa, gli orari erano rigidissimi. Oggi con 30 persone, credo di avere 20 orari diversi. Se qualcuna ha bisogno, cerchiamo di capire come aiutarla: il tempo di lavoro è tempo di vita e noi cerchiamo di trasferire valore nel nostro fare impresa, ogni giorno.

C’è una frase di Velasco, l’allenatore di pallavolo, che ogni tanto ho fatto mia: è inutile che metti un’alzatrice a ricevere, quando è brava ad alzare. Così come è inutile che ti incaponisci a mettere una persona in un ruolo che non è il suo. Non ci starà mai bene e non otterrai nessun risultato. Quindi cerco di vedere con attenzione la persona che mi è di fronte, per capire qual è il suo talento e darle gli strumenti per esercitarlo: quello che farà le riuscirà meglio e sarà soddisfatta.

Ho lavorato molto su me stessa in questi anni, perché ho dovuto studiare, imparare, a volte tornare pure sui miei passi. Ho fatto anche un grosso lavoro di centratura, per sostenere le pressioni che sono notevoli: lo yoga e i vari coach a cui mi sono affidata hanno contribuito alla mia crescita.

Per la fotografia, ho scelto il mio libro preferito: Orgoglio e pregiudizio. l’ho letto due volte, i film non so nemmeno più quante volte li ho visti.

Mi ritrovo molto in Elizabeth Bennet: è ostinata e determinata. Ha lottato fino in fondo per quello in cui credeva e alla fine è arrivata dove voleva arrivare. Anche io sono stata determinata. Ma se sono riuscita ad arrivare fino a qui, è stato grazie anche a chi è stato ed è intorno a me, che mi ha supportato e sostenuto sia a casa che al lavoro.

In fondo, nessuno mai si salva da solo. 

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