"... il cliente non è più solo un’entità astratta, ma una persona con le proprie difficoltà e necessità, a cui mi piace offrire supporto. Per me, fare la differenza significa diventare un punto di riferimento, qualcuno che i clienti vedono come un aiuto, non come un ostacolo. "
Sono cresciuto a Ostra Vetere, un paese che è stato da sempre casa mia.
Il mio oggetto sono le scarpe da calcio. Ho iniziato a giocare a sei anni e da allora non ho mai smesso.
Il calcio per me è molto più di uno sport.
Sono cresciuto con i miei nonni perché entrambi i miei genitori avevano impegni di lavoro. Con la nonna paterna prima, con il nonno materno a partire dai tredici anni.
Con lui, ogni estate, condividevo un tempo prezioso. Non esisteva stare con le mani in mano: aiutavo nell’orto, guidavo il trattore, ci occupavamo del giardino. Non era solo lavoro ma un modo per conoscerci, per aprirci l’uno all’altro, per affrontare insieme le sfide della vita.
In quel periodo infatti, il nonno si era ammalato, e quel tempo trascorso insieme, tra fatica e risate, lo aiutava a riprendersi.
Quando sono sul campo, i problemi si dissolvono, e tutto quello che conta è il gioco. Il campo è stato un rifugio nei momenti più difficili, una valvola di sfogo che mi ha permesso di affrontare periodi duri, come quello del Covid, quando non potendo allenarmi, sentivo di non avere uno spazio dove ricaricarmi.
Il campo di Ostra Vetere, in particolare, è il luogo dove mi sento più a casa, e in due momenti dolorosi – quando ho perso i miei nonni – mi trovavo proprio lì. Come se quel campo fosse un luogo di conforto, dove potevo lasciarmi andare al dolore, per poi ritrovare me stesso.
Dopo aver terminato la scuola di ragioneria, mi sono trovato davanti al bivio tra università e lavoro. Un’azienda mi ha proposto un tirocinio in ambito informatico, con prospettiva di assunzione. Era un’opportunità allettante e ho scelto di coglierla. Quel periodo è stato di grande crescita: ho imparato moltissimo e mi è stata offerta persino la possibilità di diventare responsabile. Tuttavia, ho capito che il mio interesse era più orientato verso l’ambito aziendale.
Così, prendo la decisione di iscrivermi all’università continuando sempre a lavorare, così da mantenere una mia indipendenza economica.
Quando ho scoperto una posizione aperta in Pierluca & Associati, ho subito inviato la mia candidatura e, dopo il primo colloquio, ho capito che quel posto poteva diventare il mio futuro.
Ho quindi deciso di lasciare l’università e, oggi, posso dire che è stata la scelta migliore per me.
In Pierluca & Associati, sin dal primo giorno mi sono sentito accolto non solo sul piano professionale, ma anche in quello personale, grazie alle attività extra lavorative dove l’energia e il senso di gruppo mi hanno fatto sentire parte di una famiglia.
In Spazio Fiscale sono l’unico uomo, ma questo non è mai stato un problema. Al contrario, sono molto coccolato dalle mie colleghe.
In Pierluca & Associati mi occupo della gestione contabile di alcune aziende nostre clienti.
Questo ruolo mi permette di andare oltre i numeri: il cliente non è più solo un’entità astratta, ma una persona con le proprie difficoltà e necessità, a cui mi piace offrire supporto. Per me, fare la differenza significa diventare un punto di riferimento, qualcuno che i clienti vedono come un aiuto, non come un ostacolo. E questa è forse la parte del mio lavoro che preferisco di più.